La piccola regione francofona non dà il suo benestare. Il premier belga, Michel: «Il Belgio non può firmare». Juncker: «Sono fiducioso che troveremo una soluzione»
Non è solo il Ttip a far discutere dentro e fuori i confini dell’Ue. Anche il Ceta, il trattato di libero scambio fra Ue e Canada, che inizialmente sembrava destinato a un percorso più “piano”, mostra ora le sue difficoltà. A rendere la vita difficile al Ceta è la Vallonia, piccola regione meridionale del Belgio, che sta sollevando dubbi sul trattato, con la conseguenza di rallentare notevolmente il corso dei negoziati. Un Paese di appena 3,6 milioni di abitanti, dunque, sta di fatto bloccando il destino di un importante trattato commerciale che coinvolge l’intera Unione europea con i suoi 500 milioni di cittadini.
Il nodo del contendere sarebbe la clausola sulla protezione degli investimenti esteri. La Vallonia ha infatti giudicato “insufficiente” l’ultima proposta di compromesso, chiedendo più tempo: «Abbiamo bisogno di un po’ di tempo – ha dichiarato Paul Magnette, leader della Vallonia – La democrazia richiede tempo». Il presidente della regione belga ha tuttavia assicurato che «c’è una grande volontà di avanzare». Di fatto, mancando il consenso della Vallonia, il Belgio non ha potuto firmare il trattato. Ad annunciarlo, nella giornata di ieri, lo stesso premier belga, Charles Michel che ha dichiarato: «Il Belgio non è in grado di firmare il Ceta».
La decisione della Vallonia ha così scatenato una vera e propria reazione a catena: ha bloccato il Belgio e di conseguenza l’intera Unione europea, che ora si vede costretta a rinviare il vertice euro-canadese che era stato fissato per giovedì.
Da parte sua, il Canada sembra non avere più molta pazienza: il ministro canadese per il commercio con l’estero, Chrystia Freeland, ha infatti abbandonato il negoziato, rilasciando dichiarazioni piuttosto eloquenti.
«Sembra ovvio a me, e al Canada – ha affermato senza mezzi termini – che l’Unione europea è incapace di arrivare a un accordo internazionale, anche con un Paese come il Canada che è di grande valore per l’Europa, e con un Paese paziente come il Canada». Dopo aver abbandonato le trattative, la Freeland ho inoltre spiegato di essere «personalmente dispiaciuta» aggiungendo che il Canada, e lei stessa sono «molto delusi».
Intanto a Bruxelles il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, cerca di mostrarsi ottimista: «Sono fiducioso – ha dichiarato – che troveremo una soluzione con la Vallonia sul Ceta nei prossimi giorni perché ritengo che l’accordo con il Canada sia uno dei migliori negoziati mai fatti». Fiduciosa al riguardo anche Angela Merkel: «Propendo a essere ottimista – ha detto la Cancelliera – ma non voglio anticipare nessuna conclusione. I negoziati continuano».
Valentina Ferraro
Foto © European Union and Creative Commons