Ue: l’obiettivo della guardia di frontiera comune, autonoma dai governi nazionali

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Gli scenari di guerra e la conseguente crisi dei migranti spingono l’Europa a un rafforzamento dei confini

L’Europa punta a un assetto di stampo sempre più federale. Lo dimostra l’evoluzione di Frontex, l’agenzia preposta al controllo dei confini europei. Non più una struttura destinata al semplice coordinamento delle autorità nazionali, ma un organismo duttile, dotato di mezzi propri e investito di nuove responsabilità.

Fra gli obiettivi prioritari il monitoraggio continuo della situazione ai confini europei, e la prevenzione delle eventuali minacce che di volta in volta dovessero presentarsi. La nuova Frontex dovrebbe favorire la collaborazione fra i Paesi membri, e contrastare le organizzazioni criminali che controllano il traffico di uomini.

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha assicurato che si sta procedendo per mettere in sicurezza l’Unione, prevenendo le minacce e garantendo comunque la libera circolazione dei cittadini comunitari nell’area Schengen. Un approccio in linea con la visione europea, lontano dai proclami eclatanti proposti ad esempio dall’amministrazione Trump. Del resto l’isolazionismo americano è una sfida che pone interrogativi inediti al governo europeo. Uno scenario ulteriormente complicato dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione e dalla conseguente incertezza politica.

Un gruppo di reazione rapida, composto da 1.500 doganieri gestiti da Frontex, dovrebbe garantire un intervento rapido in caso di emergenze improvvise ai confini dell’Unione. La possibilità di intervenire in casi eccezionali senza l’autorizzazione del Paese membro è però tramontata. Resta dunque la necessità di acquisire un’autorizzazione a operare da parte del governo locale, che potrebbe rallentare l’intervento e ridurne l’efficacia.

Un fondo dedicato alla ricerca e allo sviluppo, finanziato in prima battuta con 90 milioni di euro,  costituirà il primo contributo all’edificio difensivo. A questo si aggiungerà un finanziamento dei Paesi membri, volto alla fornitura di equipaggiamenti adatti ai nuovi compiti proposti. Anche l’addestramento specifico di doganieri nazionale costituisce un pilastro fondamentale del nuovo organismo. In una prospettiva a lungo raggio, Frontex dovrà contare su proprie guardie di confine.

Un primo passo concreto riguardo le nuove strategie di cooperazione è stato compiuto agli inizi di marzo, quando è stato deciso di creare un primo comando unificato con sede a Bruxelles, dal quale gestire le missioni di addestramento in tre Paesi africani. Una mossa foriera di nuovi sviluppi, dalla quale dovrebbe nascere un comando unificato preposto alla gestione diretta dei gruppi tattici europei.

La parola d’ordine è quella della cooperazione. Solo stabilendo sinergie comuni si potrà fronteggiare la questione della sicurezza, costruendo il grande edificio di una difesa unica europea.

Riccardo Cenci

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Foto © European Union , 2017  

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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