L’impatto per il trasporto aereo dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue

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“The impact of Brexit on aviation” è il convegno internazionale tenutosi nei giorni scorsi all’Università Luiss di Roma per spiegare le possibili conseguenze post negoziati

Nel giorno stesso in cui sono stati resi noti i risultati dell’ultima tornata elettorale inglese, all’Università Luiss di Roma si è tenuto un convegno internazionale dedicato all’impatto e alle possibili conseguenze per il trasporto aereo derivanti dalla prossima uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, dovuto all’esito del referendum del 23 giugno 2016 e dell’apertura ufficiale a breve dei negoziati per la Brexit.

L’evento, dal titolo “The impact of Brexit on aviation” è stato organizzato dalla Luiss “School of Law”, nell’ambito del Corso di Diritto del Trasporto Aereo, su iniziativa dell’Avvocato Laura Pierallini, coordinatrice del corso e docente Luiss, tra i maggiori esperti, non solo in Italia, del settore. Il tema è di estrema importanza: una “Hard Brexit” potrebbe infatti modificare completamente l’assetto del trasporto aereo, non solo comunitario, ma anche, per quel che concerne l’Italia, nazionale.

Basti pensare che nella graduatoria delle prime 12 compagnie aeree che operano sul mercato nostrano, solo 2 sono italiane, Alitalia e Meridiana, ed occupano rispettivamente il secondo e l’ottavo posto, essendo lo scettro passato ormai a Ryanair. E proprio qui sta il punto, perché una Brexit senza accordi che salvaguardino i diritti delle compagnie a capitale britannico (tra cui anche Ryanair) metterà in pericolo la continuazione dell’attività di trasporto così come è oggi concepita, considerata un diritto acquisito dai consumatori, i quali sono ignari del rischio di perdere a breve alcune delle possibilità di scelta nell’acquisto dei propri voli.

Di tutto questo si è discusso l’altro giorno alla Luiss di Roma, con un focus sugli argomenti di maggiore attualità correlati all’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, nonché le conseguenze cui andrà incontro il mondo dell’aviazione civile europea nel post Brexit. All’evento hanno partecipato i più importanti players del settore provenienti da tutta Europa, giuristi di rilievo internazionale e numerosi rappresentanti delle autorità, delle università e delle compagnie aeree europee e internazionali.

È stata posta particolare attenzione ai possibili scenari ipotizzabili, alle nuove sfide per gli operatori del settore e alle potenziali ripercussioni negative per i consumatori. Un’ulteriore problematica affrontata è stata quella relativa alla attuale normativa europea, che qualifica una compagnia aerea come comunitaria solo se è basata in uno Stato dell’Unione europea e se la maggioranza dei soci sono soggetti comunitari. Con l’uscita del Regno Unito dall’Ue vi sarebbe il concreto rischio che numerose compagnie aeree che oggi solcano, con successo, i cieli d’Europa, non vengano più considerate vettori comunitari, con ogni conseguente ripercussione sul traffico aereo e, in generale, sull’economia del Vecchio Continente.

I numerosi esperti stranieri intervenuti, tra cui gli avvocati Rob Lawson, John Balfour e Mark Bisset, dello studio Clyde & Co di Londra, hanno illustrato le soluzioni ai potenziali problemi per le compagnie britanniche. David Kendrick, rappresentante dell’autorità dell’aviazione civile del Regno Unito, ha illustrato il punto di vista britannico, sottolineando la necessità di trovare soluzioni che non conducano a conseguenze drastiche in termini economici e commerciali. Anche il direttore generale dell’Enac, Alessio Quaranta è intervenuto al convegno, sottolineando che il problema di una “hard brexit” esiste ed è reale, anche se sembrerebbe irrealistico che si possa arrivare ad uno blocco improvviso dei voli in Italia dei vettori britannici.

Fra i partecipanti al dibattito, che ha visto la presenza in platea di diversi delegati internazionali, Catherine Erkelens (name partner della Erkelens Law firm, Bruxelles) Pablo Mendes de Leon, che ha mirabilmente rassegnato le conclusioni della sessione mattutina e Roberto Cassar per l’International Institute of Air and Space Law dell’Università di Leiden; David Colindres, presidente del Registro Aeronautico di San Marino; Julie Oettinger per Emea e Delta Air Lines; John Hanlon per Norwegian Airlines, Rodolfo Baviera, presidente di Eurofly Service S.p.A. e Ivan Bassato, direttore Airport Management di Aeroporti di Roma, che ha avuto modo di sottolineare i risultanti brillanti, anche in termini di safety, security e servizi ai passeggeri, raggiunti dal gestore degli scali romani.

 

Ludovico Stella


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