Sul sito ufficiale del governo si ipotizzano i possibili scenari anche in caso di no deal e divorzio drastico dall’Unione europea su patenti, licenze per lavoratori, assicurazioni
A meno di due mesi da quella che – salvo clamorosi colpi di scena – sarà la data ufficiale della Brexit, il Regno Unito fa i conti con quelli che saranno i cambiamenti comportati dall’uscita dall’Unione europea. Soprattutto se ci sarà il no deal, l’assenza di accordi con l’Ue che mitigherebbero la separazione, andando a regolare diversi aspetti, economici e non solo.
Il governo, attraverso il suo sito ufficiale, sta svolgendo il proprio ruolo informativo sui temi che subiranno modifiche e uno di questi riguarda i trasporti e le relative condizioni di reciprocità.
Dall’effettività della Brexit, i guidatori britannici avranno bisogno di una documentazione straordinaria, il Permesso internazionale di guida (Idp) per circolare nei Paesi Ue e in quelli dell’Eea, lo Spazio economico europeo (Norvegia, Islanda e Liechtenstein), con l’eccezione dell’Irlanda. Lo stesso Idp servirà per i guidatori di bus e pullman, che in caso di no deal andrà a sostituire l’attuale licenza standard.
L’Interbus Agreement regola la possibilità per gli operatori di bus e pullman di prestare servizi occasionali tra Ue e altri sette Paesi dell’est Europa. Dal 29 marzo l’Ue potrebbe non riconoscere più le licenze britanniche e il Regno Unito cesserebbe così la propria adesione all’Interbus Agreement, ma con ogni probabilità il governo UK rientrerà nell’accordo come membro indipendente.
Per i guidatori di camion occorrerà il riconoscimento della DVLA, Driver and Vehicle Licensing Agency (Agenzia per l’Autorizzazione di Guidatori e Veicoli) oltre al certificato di registrazione del mezzo. L’autorizzazione DVLA andrà a sostituire le attuali licenze standard comunitarie. I veicoli sotto le 3,5 tonnellate, inclusi i van, e i guidatori che operano per proprio conto (trasporto dei propri beni) non avranno invece bisogno di licenze internazionali. Tuttavia, il permesso internazionale per i camion (ECMT) permetterà agli operatori britannici di circolare liberamente, con l’eccezione di Cipro.
I regolamenti approvati dal Parlamento britannico a novembre 2018 hanno confermato che non saranno necessari permessi per i camion nordirlandesi in viaggio verso i vicini dell’Eire. Secondo quanto disposto dal Road Haulage and Trailer Registration Act, non saranno introdotti nuovi permessi senza il consenso dell’esecutivo irlandese.
Per i guidatori di autoarticolati servirà invece il Certificato di Competenza Professionale (CPC), qualifica che permette di guidare nell’Ue e nei Paesi Eea. I cittadini britannici dipendenti in compagnie di trasporto dell’Ue o dell’Eea avranno bisogno sempre del CPC ma rilasciato dal Paese di residenza.
I privati cittadini britannici residenti nell’Ue dovrebbero invece passare alla patente del Paese in questione prima del fatidico 29 marzo, con il rischio di dover sostenere nuovamente l’esame senza accordi specifici tra Regno Unito e organizzazione continentale. Vista la probabile abbondanza di domande, è consigliato muoversi con il giusto anticipo. All’eventuale ritorno in patria, per il guidatore sarà possibile commutare nuovamente la licenza con quella britannica senza nuovi test.
All’opposto, i cittadini Ue o Eea residenti nel Regno Unito potranno usare la propria patente fino all’età di 70 anni o per i tre anni successivi all’acquisizione della residenza. Dopodiché, bisognerà fare il test britannico per la patente.
Per le convenzioni internazionali, il Regno Unito avrà “GB” come segno distintivo per i veicoli registrati nel territorio nazionale che circoleranno all’estero, Ue e Eea comprese. Il distintivo sarà applicabile sia come adesivo che sulla targa, anche se quest’ultima dovesse essere europea – ma solo in caso di no deal. Bisognerà circolare con tutta la documentazione necessaria anche se si sta all’estero per meno di dodici mesi.
Per quanto riguarda le assicurazioni, dal 29 marzo i guidatori britannici avranno bisogno di una Green Card che permette gli spostamenti all’interno di Ue, Eea, Svizzera, Serbia e Andorra, requisito che al momento non è invece necessario. In caso di incidente fuori dal Regno Unito, senza deal, i cittadini britannici non potranno più rivendicare il rispetto della trafila prevista dal Motor Insurers’ Bureau (MIB) ma dovranno rifarsi alla legislazione locale.
I veicoli commerciali sopra i 750 kg o non commerciali sopra i 3500 kg dovranno essere registrati prima di poter circolare in Ue e Paesi Eea. Si possono registrare, su scelta volontaria, i veicoli non commerciali sopra i 750 kg, ma non c’è obbligo legale.
La situazione è comunque in continua evoluzione ed è consigliato aggiornarsi seguendo i canali ufficiali più adatti alle proprie esigenze.
Raisa Ambros
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