Dopo alcuni mesi di stasi si riaccende il conflitto nell’Ucraina dell’Est

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L’Unione Europea pensa a un prolungamento delle sanzioni, mentre una rapida soluzione della crisi appare sempre più remota

Che la guerra in Ucraina fosse ben lungi dall’essere conclusa era evidente a chiunque avesse un minimo di conoscenza della situazione sul terreno e delle dinamiche politico-sociali della realtà post Sovietica. Il riaccendersi degli scontri registrato nelle ultime ore non fa altro che confermare le previsioni espresse al riguardo da numerosi intellettuali e scrittori, punti di riferimento indispensabili per orientarsi nella grande galassia dell’Est europeo. Pensiamo ad esempio ad Andrej Kurkov, il quale lo scorso anno ci confessava il timore di un conflitto lungo e privo di soluzioni a breve termine. Pensiamo ancora all’ultima fatica di Svetlana Aleksievič (Tempo di seconda mano, Bompiani), già autrice di numerosi libri inchiesta legati ai drammi della recente storia russa, una sorta di studio antropologico sulle caratteristiche dell’uomo sovietico, spaventato e smarrito di fronte al manifestarsi di una libertà improvvisa e sempre pronto a ripiegare verso gli antichi ideali. Un fenomeno che spiega l’ampio consenso della stagione neosovietica alla quale stiamo assistendo. Due popoli, due ideologie inconciliabili, con i russi di nuovo preda di un cieco culto della personalità, e gli ucraini spinti verso un individualismo tipicamente occidentale.

getImage (6)Tutto questo spiega il riacutizzarsi di un conflitto che in realtà, nonostante gli accordi di Minsk, è andato avanti con sporadici scontri e vittime trascurabili secondo la maggior parte degli organi di stampa, i quali da alcuni mesi tralasciavano la cronaca di una guerra che sembrava esaurirsi a poco a poco come un fuoco sul punto di estinguersi. Eppure qualcuno ha ancora interesse a soffiare su quel fuoco, vivificando un incubo che tiene l’Europa con il fiato sospeso.

Con la guerra è tornato il reciproco scambio d’accuse fra le fazioni opposte. Il governo ucraino parla di una pesante offensiva dei separatisti, portata avanti con l’appoggio di Mosca, con l’intento di erodere il territorio aprendo un varco verso la Crimea ormai annessa in spregio a qualsiasi diritto internazionale.  Il premier Yatsenyuk, sostenuto dagli Stati Uniti, accusa apertamente il Cremlino riguardo la violazione degli accordi di Minsk. I ribelli, appoggiati dal ministro degli esteri russo Lavrov, denunciano un disegno volto ad impedire i colloqui di pace, aggravando la situazione sulla linea del fronte.

image (20)In questi scenari a soffrire è la popolazione. Centinaia di minatori sono rimasti intrappolati sottoterra nella miniera di carbone di Skocinki in seguito a un bombardamento, mentre altri sono stati tratti in salvo in quella di Zasiadko, colpita dall’artiglieria.

Di fronte all’inasprirsi dei combattimenti, l’Unione Europea minaccia di prorogare le sanzioni contro il Cremlino. Di conseguenza il rublo seguita a perdere terreno, aggravando le condizioni di vita della popolazione russa. Alla stessa maniera gli ucraini soffrono in un Paese ormai privo del suo polo industriale più importante, preda di un dissesto economico sempre più acuto. In entrambi gli scenari salari e pensioni perdono potere d’acquisto, mentre i prezzi seguitano a salire in maniera incontrollata.

pravda.ru 2Chissà alla fine chi ci racconterà la guerra in Ucraina, una volta conclusa. Forse la stessa  Aleksievič, la quale ha saputo immergere il proprio sguardo acuto nella realtà post sovietica. Verremo allora a sapere di soldati russi spediti al fronte in segreto e altrettanto segretamente sepolti per non intaccare la fiducia del popolo, del dolore delle madri, dei ragazzi ucraini fuggiti all’estero per eludere l’arruolamento obbligatorio, delle violenze compiute da entrambi gli schieramenti. Storie in gran parte ancora celate, che solo il tempo potrà restituirci.

Per adesso non possiamo far altro che registrare una crisi umanitaria sempre crescente, e un riaccendersi degli animi che non fa ben sperare per una rapida soluzione della crisi.

Riccardo Cenci

Immagini:

© odnoklassniki.ru

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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