Raggiunto l’accordo tra Francia e Russia per le portaelicotteri Mistral

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Parigi restituirà i soldi anticipati da Mosca per la fornitura delle due unità da guerra, che ora attendono un nuovo acquirente

Il contenzioso riguardo le due portaelicotteri Mistral che la Francia avrebbe dovuto consegnare alla Russia si conclude con un accordo, sugellato da una lunga telefonata tra François Hollande e Vladimir Putin. Parigi rimborserà i 785 milioni anticipati per la Vladivostok e la Sebastopoli, le quali resteranno nel porto di Saint-Nazaire fino all’individuazione di un nuovo acquirente.

Giunge così a conclusione una vicenda particolarmente spinosa per la Francia, divisa fra la volontà di rispettare gli accordi presi e la necessità di preservare la propria credibilità internazionale, alla luce dei mutati scenari creati dalla crisi ucraina. Molti Paesi,Vladimir Putin in particolar modo quelli che percepiscono in maniera più pressante il pericolo russo come la Polonia e le Repubbliche Baltiche, avevano stigmatizzato in maniera dura la fornitura di materiale bellico al Cremlino. L’inasprirsi delle tensioni aveva posto Hollande in una situazione difficile, costringendolo a guadagnar tempo.

La decisione di sospendere la fornitura era inevitabile. Le condizioni per la consegna, ovvero un cessate il fuoco duraturo e una soluzione politica condivisa per le regioni separatiste, allo stato attuale non sussistono. Anche le pressioni esercitate in tal senso dal Preidente degli Stati Uniti Barack Obama devono aver pesato non poco nella scelta di Hollande.

Una decisione economicamente svantaggiosa, visto che la Francia dovrà restituire alla Russia anche il costo sostenuto per la formazione degli uomini che avrebbero dovuto formare l’equipaggio delle due unità, oltre a dover sostituire tutte quelle attrezzature di bordo concepite per essere usate dai marinai russi.

Sembra comunque che le offerte non manchino. Parigi dovrebbe riuscire a vendere le due navi le quali, al momento, comportano un costo non indifferente per la manutenzione in rada, stimato in circa tre milioni di euro al mese.

Oksana Tumanova

Foto © European Commission

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Oksana Tumanova
Oksana Tumanova. Nata nell’ex Unione Sovietica, ha vissuto in prima persona il disintegrarsi delle utopie socialiste. Da allora l’interesse per le complesse dinamiche dell’est Europa la spinge ad impegnarsi in prima persona, scrivendo di questi argomenti in particolar modo sul web.

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