I colloqui da dopodomani dovranno tener conto di uno scenario mediorientale ampiamente frammentato e pericolosamente caotico
Inizierà a Ginevra il prossimo 29 gennaio il tavolo negoziale sulla Siria, già posticipato per problemi nella formazione delle delegazioni. L’inviato Onu Staffan De Mistura ha annunciato che i colloqui verteranno in particolare sulla governance del Paese, legata a nuove elezioni e alla stesura di una nuova costituzione.
Eppure le dinamiche innescate in Medio Oriente non sono certo di facile risoluzione. Dopo le primavere arabe la situazione nell’intera area appare totalmente destabilizzata. Alcuni Paesi sono in fiamme, come la Siria, mentre in altri il caos e l’incertezza sembrano prevalere. Nello Yemen è in corso una vera e propria guerra civile, mentre il varo di un governo unico che metta in sicurezza la Libia è ancora di là da venire. Il riacutizzarsi delle tensioni fra Riyadh e Teheran si inserisce poi in quella che è una vera e propria guerra di religione, che vede contrapposte le fazioni sunnite e sciite, gettando ulteriore benzina su un fuoco che appare inestinguibile.
La “riabilitazione” dell’Iran è percepita con timore dall’Arabia Saudita. Le mutate condizioni del mercato energetico e il ribasso del prezzo del petrolio stanno mettendo in difficoltà la monarchia saudita, la quale si trova di fronte ad un momento cruciale per la sua stabilità. Dal canto suo il presidente iraniano Rouhani ha approfittato subito della sua nuova agibilità internazionale per tessere importanti accordi economici, come dimostra la visita nel nostro Paese. Nonostante l’inevitabile strascico polemico riguardo la mancata stigmatizzazione della violazione dei diritti umani in Iran da parte del nostro governo, e la inopportuna e incomprensibile scelta di coprire le nudità artistiche dei Musei Capitolini per non urtare la evidentemente fragilissima sensibilità dell’illustre ospite, è indubbio che la visita abbia avuto un peso economico importante.
L’intervento della comunità internazionale, non solo in Siria, è stato finora confuso e scarsamente efficace, a volte miope nei confronti delle realtà territoriali. Il prevalere degli interessi particolari è un ostacolo serio alla creazione di un percorso che porti ad una pacificazione dell’area. Le posizioni di Russia e Stati Uniti riguardo il futuro della Siria sono ancora distanti, nonostante i ripetuti appelli a una collaborazione più stretta e fattiva.
A queste criticità i colloqui di Ginevra dovranno fornire risposta, pena l’acuirsi e il prolungarsi di conflitti dannosi per la stabilità dell’intero Medio Oriente e della stessa Unione europea.
Riccardo Cenci
Immagini: © European Union, 2016