Francia: manifestazioni anti-razziste e proteste della polizia

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Le mobilitazioni avvengono in un contesto di tensione tra le forze dell’ordine e il ministro dell’Interno

La morte di George Floyd, un afro-americano ucciso a Minneapolis il 25 maggio da un poliziotto bianco, ha suscitato indignazione in tutto il mondo e “Black lives matter” è diventato in pochi giorni uno slogan universale. Il 2 giugno in Francia, a Parigi, c’era stata una prima manifestazione a sorpresa di circa 20.000 persone su convocazione del Comitato Adama, intitolato ad Adama Traoré, un giovane nero morto nel luglio 2016 dopo essere stato arrestato dalla gendarmeria nella periferia parigina.

Sabato 13 giugno in risposta all’appello di questo stesso comitato, ci sono state nuove manifestazioni in diverse città francesi (Parigi, Lione, Marsiglia, Montpellier le principali) contro il razzismo e la violenza della polizia. Il più grande raduno è stato quello Parigi, dove, secondo la prefettura, vi erano più di 15.000 persone. Era prevista una sfilata che doveva partire da Place de la République ma, non essendo autorizzata, è stata bloccata dalla polizia e il raduno è rimasto sul posto.

A Lione, circa 2.000 persone si sono riunite sabato pomeriggio per chiedere “verità e giustizia”, aggiungendo i loro nomi a quelli di Mehdi, Bilal o Wissam, giovani che sono morti nella regione a seguito di arresti. Le mobilitazioni avvengono in un contesto di tensione tra le forze dell’ordine e il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, che ha attirato l’ira della professione proponendo una serie di misure e chiedendo sospensioni sistematiche per «ogni sospetto provato di atti o commenti razzisti». Pur riconsiderando le proprie osservazioni, considerate maldestre, sembra che il ministro confermerà il divieto di tecniche di strangolamento durante gli arresti.

 

Rossella Vezzosi

Foto © L’actualité, Libération

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