Negli Stati Uniti superati i 300.000 casi e le 8.000 vittime

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Nuovo record di morti, 1.480 nella giornata di venerdì. Trump ignora gli esperti ma ammette, avremo molti decessi

Nuovo triste record negli Stati Uniti, dove – secondo i dati della John Hopkins University – le vittime da coronavirus in 24 ore sono state 1.480. «Nelle prossime settimane ci saranno molti morti. È una situazione incredibile, non si è mai vista una cosa simile»: è il commento del presidente Usa Donald Trump, ben lontano da quelli sprezzanti che fino a pochi giorni fa minimizzava la portata della pandemia e parlava addirittura di riaprire il Paese entro Pasqua. Del resto gli ultimi numeri sono terribili, e la dicono lunga su come i contagi negli States corrano ad una velocità folle: oltre 300 mila adesso, e più di 8 mila le vittime. Ma il presidente americano non sembra voler cambiare atteggiamento sulla strategia da seguire. Altro che modello italiano o spagnolo, con una restrizione senza precedenti delle attività e delle libertà personali nel tentativo di sconfiggere il nemico invisibile. Il tycoon conferma un approccio quanto mai distante da quello dei Paesi che con gli Usa sono i più colpiti.

Nella riunione di venerdì della task force della Casa Bianca, Trump ha gelato i suoi esperti, medici, scienziati, quelli da lui stesso incaricati di organizzare la risposta al Covid19. Loro lo implorano a emanare un decreto che estenda la raccomandazione dello “stay home” (che equivale al nostro “restate a casa”) a tutto il Paese, per frenare la crescita esponenziale dei contagi di cui gli Usa hanno il triste primato nel mondo, ma il presidente continua a esser categorico: nessun ordine a livello nazionale, sono i governatori dei singoli Stati che devono decidere. E per ora solamente 41 su 50 lo hanno fatto. Per il comandante in capo non c’è bisogno di fermare tutto e ovunque. Anzi, ha insistito, «dobbiamo pensare a tornare al lavoro, a riaprire il Paese». Pazienza se i due superluminari del gruppo, il virologo italoamericano Anthony Fauci e l’immunologa Deborah Birx, cerchino di convincerlo che una risposta a macchia di leopardo non può funzionare.

«Non capisco perché ancora non diciamo a tutto il Paese di restare a casa, visto quello che sta succedendo in America» ha affermato Fauci in un’intervista tv. Frase che probabilmente gli è costata l’ennesima esclusione dal quotidiano briefing con la stampa. Così è toccato alla Birx (mai così apertamente, davanti ai giornalisti e alle telecamere) contrastare il messaggio del tycoon, insistendo su un approccio più aggressivo e nazionale: «Dalla curva dei contagi emerge che troppi americani non seguono le linee guida sul distanziamento sociale e sullo stare a casa. Mentre vediamo come in Italia e in Spagna cominciano a piegare quella curva». La gente comune appare confusa, tranne a New York, a Chicago, in California e in Louisiana, dove ci sono i focolai. Le autorità sanitarie federali hanno finalmente hanno avuto l’okay dalla Casa Bianca per raccomandare a tutta la popolazione di indossare le mascherine protettive. Ma il presidente non la mette.

C’è poi il braccio di ferro con gli Stati, soprattutto con New York, che si conferma l’epicentro dell’epidemia negli Usa con più di 113 mila casi e 3.600 morti, di cui oltre 630 in un giorno. Il sindaco della Grande Mela Bill de Blasio (nella foto) chiede un intervento federale per inviare medici, personale ospedaliero e militari, mentre il governatore Andrew Cuomo accusa la Casa Bianca di non voler soddisfare la domanda di respiratori di cui il suo Stato ha disperatamente bisogno. Mascherine, camici e respiratori, come ha annunciato Cuomo, arriveranno persino dalla Cina. Forse per questo il tycoon ha annunciato che finalmente il governo federale invierà anch’esso dei respiratori. E ora le accuse sono altre, arrivano da tutto il mondo

Gli Usa vengono, infatti, accusati di utilizzare in modo spregiudicato la propria “potenza di fuoco” per accaparrarsi questi materiale diventati così preziosi. Valerie Pecresse, presidente della regione dell’Ile-de-France, ha parlato di “caccia al tesoro” e ha raccontato che aveva trovato una partita di mascherine, che però le è stata “soffiatadagli americani che avevano offerto di pagare una somma tre volte tanto e in contanti. Le autorità francesi hanno raccontato addirittura di una partita letteralmentesottrattasu una pista di aeroporto. Del resto nei Paesi da settimane circola l’allarme sulla mancanza di mascherine, camici e ventilatori per l’ossigeno. Il presidente Donald Trump ha invocato il Defense Production Act, una legge risalente alla guerra di Corea, che gli attribuisce poteri speciali come quello di imporre alle aziende di produrre ciò che il governo federale richiede.

E così per esempio la 3M, un’azienda del Minnesota, ha iniziato a produrre un maggior numero di mascherine, bloccando le esportazioni in Sud America e in Canada. L’azienda ha risposto sottolineando come questo embargo comporti “implicazioni umanitarie” come la cessazione di forniture mediche di sostegno a lavoratori sanitari che si “trovano in condizioni critiche”. «Allo stesso tempo» – ha aggiunto la 3M – «questo provocherà la reazione degli altri Paesi, che bloccheranno le forniture agli Stati Uniti». Se questo avvenisse, hanno spiegato, il «numero netto dei respiratori» destinati agli Usa, importati dall’estero, «diminuirebbe», aggravando la situazione. La “guerra” è diventata tale che se la giocano persino gli Stati interni americani, l’uno contro l’altro. Intanto nella task force della Casa Bianca è appena entrato Jared Kushner, il genero del presidente Trump. Non ha esperienza in medicina, ma il 39enne marito di Ivanka (con lei nella foto), già consigliere personale del presidente, sembra miri a prendersi un ruolo nella soluzione della diatriba tra il presidente e i governatori.

 

Angie Hughes

Foto © CNN, Forbes, La voce di New York, ABC News

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Angie Hughes
Scrivere in italiano per me è una prova e una conquista, dopo aver studiato tanti anni la lingua di Dante. Proverò ad ammorbidire il punto di vista della City nei confronti dell'Europa e delle Istituzioni comunitarie, magari proprio sugli argomenti più prossimi al mio mondo, quello delle banche.

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